I parassiti intestinali del gatto più frequenti

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L’espressione parassiti intestinali comprende una variegata gamma di organismi che possono infestare i nostri gatti. Comunemente i parassiti intestinali vengono identificati come vermi e si ha spesso l’abitudine di trattare la sospetta infestazione con generici vermifughi. Purtroppo, però, le tipologie di parassiti intestinali dei gatti sono molteplici e ognuno deve essere trattato con prodotti specifici. Per questo, prima di intervenire, è sempre necessario che il veterinario esegua i necessari controlli clinici per definire la migliore strategia d’azione.

Parassiti intestinali: quali sono?

I parassiti intestinali che possono infestare i gatti si dividono innanzitutto in due grandi categorie: parassiti unicellulari, cioè organismi formati da una sola cellula complessa, detti protozoi e parassiti pluricellulari, ossia veri e propri animali genericamente identificati come “vermi”.

Protozoi

I protozoi che possono provocare infestazioni intestinali nei gatti appartengono a tre categorie:

Coccidi

I coccidi sono molto contagiosi ma per fortuna estremamente specie/specifici il che significa che possono infettare una sola specie, pertanto i coccidi che infettano i cani non possono infettare i gatti né l’uomo. Utilizzano però spesso degli altri animali come vettori e i piccioni sono i principali portatori di questi parassiti.

Giardia

A differenza dei coccidi, questi parassiti intestinali possono dare Zoonosi, cioè possono infestare anche l’uomo. Spesso l’infestazione non da luogo a sintomi.

Toxoplasma gondii

Il ciclo vitale di questi protozoi è diviso in due fasi: una fase detta “asessuata” che può avvenire in qualunque mammifero, compreso l’uomo, e una fase “sessuata” in cui il parassita si riproduce per via sessuale e può avvenire solo nei gatti. In genere, come per Giardia, l’infestazione è asintomatica ma può portare febbre, debolezza, inappetenza e patologie respiratorie in animali debilitati. Nell’uomo in genere è innocuo ma può dare problemi allo sviluppo dei feti nelle donne gravide.

Parassiti pluricellulari

In questa categoria rientrano vermi appartenenti a vari gruppi: Nematodi, Cestodi e Anchilostomi

Nematodi

A questo gruppo di vermi di forma cilindrica appartengono gli Ascaridi, uno dei parassiti che maggiormente infestano gli intestini di nostri gatti. Delle due specie che infestano i gatti (Toxocara cati e Toxocara leonina), il primo può parassitare anche l’uomo e dare luogo alla “Sindrome della larva migrans”. I gatti possono venire infestati tramite l’ingestione delle uova o altri animali che fungono da vettore (“ospiti “paratenici”). I vermi Ascaridi possono essere trasmessi anche dalle madri ai cuccioli attraverso il latte, quand’anche le madri risultino negative all’esame delle feci.

Cestodi:

I cestodi che parassitano l’intestino dei mammiferi sono detti “tenie”. Possono essere lunghi molte decine di centimetri per pochi millimetri di sezione e hanno una forma appiattita. Si nutrono di particelli alimentari nell’intestino dell’ospite e utilizzano ospiti paratenici quali pulci e roditori. Le specie che infestano i gatti appartengono a due generi: Crassicallis e Diplydium.

Anchilostomi

Questi vermi hanno la particolarità di succhiare il sangue e tra i sintomi che provocano vi è l’anemia e la perdita di sangue misto a diarrea. Si trasmettono per ingestione delle larve e attraverso il latte materno.

Prevenire i parassiti intestinali nei gatti

Per prevenire l’insorgenza di infestazioni da parassiti intestinali è bene fare molta attenzione nei casi di contatto dei gatti con animali infetti o randagi, eseguire una attenta lotta alle pulci e trattare adeguatamente le madri e i cuccioli in allattamento. E’ bene inoltre eseguire almeno tre volte l’anno un esame coprologico, ossia portare una campione di feci ad analizzare dal veterinario. Infatti, contrariamene a quanto si creda, nella maggior parte dei casi i parassiti intestinali non sono normalmente visibili ad occhio nudo nelle feci. Solo un attento esame al microscopio può rivelarne la presenza.

L’esame coprologico va ripetuto inoltre ogni qualvolta vi siano sintomi riconducibili a parassitosi intestinali quali:

  • diarrea
  • vomito
  • inappetenza
  • anemia
  • sangue nelle feci
  • dimagrimento
  • febbre
  • sintomi respiratori

Trattamenti e precauzioni

Vista la grande varietà di parassiti che possono dare luogo a sintomi simili, prima di somministrare farmaci occorre sempre individuare con precisione l’agente patogeno. Una volta definito quale parassita stia infestando il gatto, il veterinario prescriverà la cura più appropriata. In caso di parassiti pluricellulari un vermifugo sarà di sicuro utilizzato. Per i protozoi esistono farmaci specifici. E’ comunque sempre necessario agire evitando il “fai da te” seguendo scrupolosamente le indicazioni del veterinario.

In presenza di bambini, fare molta attenzione a evitare che possano portare alla bocca oggetti venuti in contatto con le feci degli animali infetti, per evitare la possibile insorgenza di zoonosi.

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