La sterilizzazione della gatta

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La sterilizzazione della gatta è una scelta che sempre più veterinari consigliano a chi ha adottato una micina, perché con questa pratica si allontanano molti dei più comuni rischi per la salute della gatta e le si assicura una qualità della vita migliore. Ciononostante, molti sono ancora i dubbi in chi si trova a decidere se sia giusto o meno sottoporre la propria cucciolina a una operazione che, in effetti, è abbastanza invasiva. In questo spazio andremo ad analizzare tutti gli aspetti legati alla sterilizzazione della gatta e cercheremo di capire perché in tanti, oramai, scelgono di farla.

Sterilizzazione della gatta: in cosa consiste?

La sterilizzazione della gatta è una operazione chirurgica che comporta l’asportazione delle ovaie e talvolta anche dell’utero. L’asportazione dell’utero è un’opzione praticata soprattutto nelle gatte che già hanno affrontato una gravidanza, mentre alle gattine che non hanno mai partorito in genere si evita di estendere l’operazione anche a questo organo. L’intervento si esegue in anestesia totale ed è generalmente molto sicuro. Gattine immunodepresse o in condizioni di salute precaria però non dovrebbero sottoporvisi per il pericolo di reazioni avverse all’anestesia.

Il decorso post operatorio

Il decorso post operatorio è un po’ più delicato rispetto a quanto avviene nei casi di castrazione di gatti maschi, data la natura un po’ più invasiva di questa operazione.

Le cliniche veterinarie che operano in maniera coscienziosa tengono di solito il micio in osservazione per alcune ore dopodiché, se non si ravvisano motivi di preoccupazione, la micina può tornare alle coccole e al calore della sua casa, dove in genere passerà le prime ore riposando.

E’ opportuno, in questa fase, predisporre un ambiente il più possibile adeguato all’esigenza di riposo della gatta, lasciandole uno spazio tranquillo e silenzioso dove riprendersi in tutta calma. Non è il caso quindi di allarmarci nel vedere la nostra gattina provata dopo la sterilizzazione, perché in breve tempo sarà tornata quella di sempre. In genere bastano 48 ore per una totale ripresa. Dopo circa una settimana la micia va portata di nuovo alla clinica perché si possano togliere i punti: se dovesse mostrarsi irrequieta e dovesse avere forte prurito o fastidio, un collare elisabettiano può aiutare a evitare lacerazioni e infezioni dovute al continuo grattarsi sulla zona interessata.

Il ciclo estrale delle gatte

Per comprendere come mai i veterinari suggeriscano spesso di sterilizzare le gatte, è utile approfondirne il meccanismo riproduttivo. I gatti sono animali estremamente prolifici, ed hanno un periodo riproduttivo molto ampio, che va da Gennaio/Febbraio a fine Ottobre. Il ritmo del ciclo è dato dalla lunghezza delle ore di luce del giorno, definita fotoperiodo. Quando il fotoperiodo si allunga, cioè le ore di luce giornaliere aumentano, le gatte sono stimolate ad entrare nel periodo riproduttivo. Durante questo periodo che, come detto, nel nostro emisfero dura circa dieci mesi, le gatte che non si accoppiano vanno in estro ogni due settimane, mettendo in atto dei comportamenti tipici che li espongono, tra l’altro, a molti pericoli. Spesso anche le gatte che hanno partorito ritornano rapidamente in estro, anche durante l’allattamento e, seppur di rado, sono noti casi di gattine gravide che abbiano ripreso la fase di estro ancor prima di partorire. Il primo estro avviene tra le quattro e le otto settimane di vita, anche se dipende dal peso dell’animale, dalle sue condizioni di salute e da quelle ambientali.

Perché sterilizzare la gatta?

I gatti hanno un istinto riproduttivo molto forte; questo forte istinto li guida a comportamenti che mettono a rischio la loro salute e la loro incolumità. Inoltre l’intensa secrezione di ormoni sessuali può portare all’ insorgenza di diverse forme tumorali maligne come il cancro cervicale, il cancro ovarico e il cancro alla mammella. L’incidenza di queste patologie è statisticamente molto più contenuta nelle gatte sterilizzate, in maniera particolare quelle che vengono sottoposte all’intervento prima del primo estro, che in genere arriva intorno ai 6 mesi di vita.

Le gatte in calore, poi, sono totalmente in balia dei loro ormoni e si esibiscono in lunghe sessioni canore in cui fanno di tutto per attirare un partner con cui accoppiarsi. Quando ciò non riesce, le micine tendono a mettere in atto sofisticati piani di evasione, esponendosi ai pericoli della strada quali auto in corsa e cani randagi, oltre alle baruffe con le altre gatte del quartiere.

Durante l’estro, la gatta secerne fluidi corporei per attirare i maschi della zona, con prevedibili poco piacevoli conseguenze per parquet, moquettes, divani e pareti. Le gatte che hanno accesso all’esterno, poi, avendo più possibilità di trovare un partner, hanno anche una alta probabilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come la FiV.

In definitiva

Sterilizzare la gatta di casa è un gesto che anche noi ci sentiamo di consigliare caldamente, per evitare alle nostre gattine le conseguenze dell’impossibilità di soddisfare i propri istinti o, dall’altro lato, l’insorgenza di possibili gravi malattie. Aumentare la vita media e garantire un’ esistenza più serena alle nostre micie è un nostro dovere. Le controindicazioni dell’operazione sono minime, mentre sono molteplici i benefici per loro.

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