La castrazione del gatto

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La castrazione del gatto è ormai una pratica sempre più diffusa tra chi abbia adottato un bel micione e decida di mettere fine alle sue pulsioni riproduttive.

La decisione di castrare il gatto viene caldamente consigliata dai veterinari perché elimina alcune di quelle caratteristiche poco adatte alla vita dì un gatto in appartamento.

Perché castrare il gatto

Le abitudini dei gatti non castrati

Il gatto maschio, infatti, rispondendo ai propri istinti riproduttivi, è portato a vagare per le vie del quartiere alla ricerca della femmina.

La competizione può portare a combattimenti a volte anche pericolosi con gli altri maschi della zona, con ferite talvolta anche gravi.

Non è raro che il gatto possa incorrere nell’ insorgenza di malattie infettive dovute alle ferite o trasmesse per via sessuale dalla partner che è riuscito a conquistare.A ciò si aggiunga l’abitudine di marcare il proprio territorio, anche in casa, con secrezioni urinarie dall’odore molto forte tipico dei gatti sessualmente attivi.

Il gatto castrato è più al sicuro

Tra le malattie infettive che può facilmente riportare vi sono, comunemente, la FIV (immunodeficenza acquisita felina) e la FelV (la leucemia felina), praticamente ubiquitarie nei gatti randagi. Oltre alle possibili malattie infettive, vi sono una serie di altre patologie a cui i gatti castrati sono più soggetti. Queste contribuiscono a rendere la loro aspettativa di vita più breve; un gatto non castrato infatti vive in media la metà di una gatto castrato, ed è più soggetto a cancro alla prostata, infezioni allo scroto (orchite), l’ ipertrofia prostatica e tumori ai testicoli. Ridotta di molto è anche la possibilità che il gatto finisca vittima di un incidente stradale. Perché meno incline a girovagare per le strade. Il gatto casttrato, inoltre, è meno distratto dal richiamo odoroso e musicale (si fa per dire!) delle femmine in calore.

Anche il temperamento del gatto di casa beneficia della castrazione, con la tendenza a divenire più mansueto, meno nervoso e dall’umore più stabile.

Per tutte queste ragioni, far castrare il gatto di casa è sicuramente una scelta che migliora la vita di tutti, micio compreso.

Castrazione o vasectomia?

Oltre alla castrazione, un’altra possibilità di rendere sterile un gatto maschio è l’intervento di vasectomia. La vasectomia consiste nella resezione dei dotti spermatici, rendendo il gatto di fatto incapace di riprodursi.

Questa pratica, però, non ha alcun effetto sugli elementi di concreta utilità della castrazione; infatti l’istinto riproduttivo rimane inalterato e pertanto sia le abitudini da vagabondo che quella di marcare il territorio non scompaiono. Pertanto anche i rischi per la sua salute rimangono inalterati.

La castrazione dal canto suo è un intervento poco invasivo, sicuro ed efficace e pertanto preferibile.

Pre- e post- operazione: come accudire il gatto 

Il gatto che si prepara all’operazione deve essere tenuto a digiuno e sarà sottoposto ad anestesia totale. Pertanto è sconsigliato procedere solo in quegli individui il cui stato di salute generale non sia adeguato e per i quali l’anestesia possa rivelarsi pericolosa.

Il post operatorio è molto leggero, in genere non vi è necessità di applicare punti di sutura e il micio, dopo essersi risvegliato, può già tornare a casa alle coccole della sua famiglia.

Nelle ore immediatamente successive all’intervento può mostrare torpore ed essere un po’ spiazzato ma in genere in pochissimo tempo svanisce ogni segno e il gatto torna ad essere quello di sempre.

Nei rari casi in cui si dovesse essere reso necessario suturare in qualche punto, è bene fare attenzione ed evitare che il gatto possa grattarsi insistentemente sui punti provocandosi delle lesioni. Eventualmente utilizzare un collare elisabettiano può essere di grande aiuto.

Quando castrare il gatto?

Il periodo migliore per procedere alla castrazione del gatto è tra i sei e i nove mesi.

E’ preferibile non ritardare troppo questa scelta poiché gatti castrati in età adulta possono mantenere i comportamenti già acquisiti anche dopo l’operazione, rendendola vana o poco efficace.

Dall’altro lato, come è ovvio, non è corretto anticipare troppo i tempi ed è invece opportuno attendere che il gatto sia entrato nel periodo della sua pubertà.

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