L’eutanasia del cane e del gatto: come, quando e perché

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Il tema dell’eutanasia nel cane non è mai semplice da affrontare, e in questo articolo andremo a farlo sia dal punto di vista legale, sia dal punto di vista affettivo per il proprietario.

Il termine “eutanasia” deriva dal greco ‘eu’ e ‘thanatos’, ‘buona morte’, e consiste nel procurare la morte di un animale per mezzo di una puntura. L’eutanasia di solito viene posta in essere per alleviare le sofferenze del cane o del gatto che non hanno più speranza di sopravvivere perché stanno affrontando una malattia mortale agli ultimi stadi.

L’eutanasia è legale negli animali, ma solo in tre casi:

  • Se il cane è aggressivo e pericoloso, e non ci sono soluzioni perché si possa riprendere;
  • Se il cane è inguaribile, cioè se le attuali terapie non possono far scomparire la sua malattia;
  • Se il cane è incurabile, cioè se le attuali terapie non possono togliere i sintomi (tra cui il dolore) che ha il cane.

L’eutanasia: cosa dice la legge

Purtroppo, da veterinario devo dire che troppo spesso arrivano persone che chiedono l’eutanasia solo perché non hanno più voglia di prendersi cura del cane o perché stanno troppo spendendo troppo per le cure di una malattia non mortale (l’insulina, per esempio); queste richieste, però, sono illegali, e tra l’altro possono essere punite penalmente (art. 544-bis codice penale) se il veterinario acconsente.

Per giudicare il cane pericoloso, inguaribile o incurabile è necessaria una conferma veterinaria, fatta da un veterinario che agisce “in scienza e coscienza”, come da deontologia professionale. Se il veterinario propone l’eutanasia, sicuramente sarà un caso da prendere in considerazione, mentre se il veterinario la nega significa che più o meno il proprietario che l’ha richiesta sta commettendo un reato, almeno se porta avanti la sua richiesta chiedendo ad altre persone (anche non veterinari, a volte…).

Per fortuna questi casi sono in diminuzione, ma è molto importante da proprietari sapere che cosa si può e che cosa non si può fare.

L’eutanasia: quando è consigliato farla?

Le fattispecie sono le tre che abbiamo descritto sopra, e in generale non esiste una situazione in cui si possa “consigliare” l’eutanasia.

Il veterinario conosce i farmaci e la patologia, e valuterà caso per caso che cosa è necessario fare; sicuramente, quando sa che il cane sta provando dolori insopportabili e sa che non ci sono alternative, la proporrà per quell’animale, ed è a questo punto che il proprietario deve valutare la situazione e scegliere in base alla sua coscienza, avendo tutti gli strumenti per poter decidere.

Come funziona l’eutanasia? Il cane soffre?

L’eutanasia è un’operazione molto semplice e il cane non si rende conto di nulla.

Questo perché, prima del farmaco per l’eutanasia viene iniettato nella vena del cane un anestetico, che lo addormenta ed è lo stesso utilizzato nelle operazioni chirurgiche (nelle quali, infatti, il cane operato non sente alcun dolore).

Passato il tempo necessario all’anestetico per agire, il cane è addormentato farmacologicamente, e si utilizza il farmaco per l’eutanasia, sempre per via endovenosa, che causa un blocco cardio-respiratorio: il cuore e i polmoni, semplicemente, smettono di battere, e queste sono le condizioni necessarie per dichiarare la morte del cane.

A questa operazione seguono le fasi burocratiche, cioè un’identificazione del cane tramite microchip e il rilascio del certificato di morte, che va consegnato alla ASL di zona secondo le indicazioni del veterinario, così da togliere la sua iscrizione dall’anagrafe canina.

Il corpo, poi, può essere ripreso dal proprietario oppure può occuparsene la clinica o l’ambulatorio a cui ti sei rivolto; in questo caso per avere maggiori informazioni sul destino (incenerimento, cimitero per cani) devi chiedere necessariamente al veterinario, perché la cosa cambia da struttura a struttura.

Per ogni singola fase (anestesia, eutanasia, trattamento del corpo dopo la morte) il proprietario può decidere se assistere, se rimanere in struttura ma non assistere o se andarsene prima dell’inizio dell’intera procedura: anche in questo caso sarà il veterinario ad indicare tutte le possibilità che si hanno per prendere questa personalissima decisione.

Per quanto riguarda la sepoltura, ad oggi è possibile seppellire il cane in giardino, se si desidera (altrimenti si può optare per cremazione, cimitero per animali), purché il veterinario abbia certificato che la morte non è avvenuta per malattie infettive che potrebbero infettare altri cani; in quest’ultimo caso, per un problema di sicurezza degli altri animali il corpo deve essere necessariamente incenerito, ma per fortuna si tratta solamente di pochissimi casi.

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